Epitaffio autografo di un musicista jazz forse di colore
4 Aprile 2013Quando morirò diranno “era bello”.
Quando morirò diranno “era buono”.
A me basta che uno, uno solo, abbia il buongusto di dire: “era un uomo”.
Quando morirò mia madre piangerà e il dolore le righerà la fronte. Oppure lei sarà già andata via, allora la faccia sfregiata sarà la mia.
Quando morirò mio padre toccherà capelli abbandonati e labbra scolorite, ma neanche lui, con tutto quello che ha vissuto, saprà spiegarsi cos’è accaduto.
E io supino, tra quattro ceri accesi, io beffardo, tra gli astanti sorpresi, potrò deridere ipocriti e bugiardi e rivivere solo nei ricordi.
Quanti di costoro ora così afflitti torneranno a casa senza far delitti?
Senza pensare “in fondo gli sta bene!”.
Senza capire che ce ne andremo insieme?
Perché la morte, prima o poi, verrà anche per loro!
Quando morirò sarà scritto sul giornale.
Almeno per un giorno avrò celebrità!
Quattro righe di cordoglio formale solleticheranno la mia enorme vanità.
Quando morirò, che cosa buffa e assurda!
Sarà un giorno ideale per una bella gita.
Gli altri partiranno e io starò qui… a veder terminare la mia vita.
Ma così, supino, sotto fredda terra, io, sempre pronto a far la guerra, potrò ridere finalmente di cuore di quello che voi chiamate dolore.
Quale di costoro con i fiori in mano di me potrà arrivare più lontano?
Ma non ho rimpianti, non ho pretese, me la son goduta senza badare a spese.
Magari, chi rimane, mi faccia l’ultimo favore…
Con ironia tinta di nero colore, cortesemente sia scritto sulla tomba:
Qui giace uomo
con la sua fida tromba
.
©Thomas Pistoia
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