Fuori Concorso
17 Gennaio 2009
Un uomo, di spalle, seduto sulla panchina sfoglia un quotidiano.
Braccia larghe, le chiude, le apre allo svoltar di pagina.
Non è un parco, è più un’aiuola, un frammento verde erba buttato lì, nel bel mezzo del quartiere, al centro di un incrociarsi di strade.
Si affaccia, il praticello, su un susseguirsi di negozi schierati attenti sul marciapiede di fronte.
Dietro, qui, alle spalle della panchina, il corso e le auto che sfrecciano.
A destra e a sinistra i lampioni, un parcheggio, un semaforo, poi alberi sul viale.
Un’isola.
E la panchina solitaria.
E l’uomo che legge.
Una ragazza approda improvvisa, si incaglia sulla battigia, attraversa venendo dal mare. L’uomo non se ne avvede.
E’ bella.
Bionda, capelli a caschetto, nemmeno trent’anni, gonna sul ginocchio e montone corto a isolarle seni e grembo.
Si ferma, si guarda intorno, chissa’ cosa cerca.
Lo sguardo si posa sulla panchina.
L’uomo chiude le braccia, apre le braccia.
La ragazza sembra ristare, pensando, s’adombra, si smembra, s’arrende.
Punta decisa.
Giunge alla panchina, solleva un ginocchio e posa il piede a trenta centimetri dall’uomo che legge.
L’uomo alza gli occhi dalle sudate carte.
Lei solleva la gonna, scopre la gamba – splendida – per tutta la coscia fin quasi al gluteo; afferra con le unghie lunghe e laccate il collant e lo tira verso di sé, in alto.
L’uomo abbassa il giornale.
Il tram numero quindici attraversa per qualche secondo il tratto di viale che costeggia l’aiuola, nasconde la costa dell’isola per un attimo e, al suo allontanarsi, i due sono ancora li’ .
Lei sospirando di sollievo si riaggiusta la gonna, lui finge di essere tornato alla lettura.
Mi scusi, mormora la ragazza.
Prego si figuri, sbircia l”uomo dal giornale, e le sorride.
La giovane si volta e si stacca dall’isola, riprende il largo, attraversa la strada, svanisce dopo il primo marciapiede.
L’uomo chiude le braccia e apre le braccia.
Un colpo di clacson.
No.
E’ il pianto triste dei gabbiani.
©Thomas Pistoia
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