Sindrome

14 Ottobre 2010 1 Di thomas

Sui capelli brizzolati che gli erano superstiti lungo le tempie e parte della nuca si gonfiava a tratti una vaporosità lanosa, quasi pecorina. Effetto di lavaggi troppo accurati, forse; c’era comunque nello specchio d’acqua della sua papalina la consapevolezza angosciosa del naufragio, il miraggio lontano di quei pochi ciuffi ribelli alla calvizie, ultimi baluardi della resistenza, ultimi eroici atolli di una rivoluzione senza speranza.
Mani grandi e poco pelose navigavano, a volte, in quel paesaggio oceanico e desolante che era la sua nuca, quando, con gesto di disperazione, raccoglieva il suo capo in un abbraccio tremolante, pavido, rassegnato, e pensieri, pensieri maligni, acidi e dissacranti… gli sembrava, tra quelle polpose sue dita, di poterli raccogliere…

– Ho voglia di qualcosa – diceva a se stesso, e cercava, cercava, cercava…
Sigarette ?
Non fumava.
Birra ?
Non beveva !
Un cibo particolare ! Chessò… un … un… un purè !
Cioccolata ? Melone ? Costoletta di maiale circondata da fagiolini novelli ? Funghirisobollitospaghettiallamatriciana ?
No.
Donne ?
Neanche, perdio !
Voglia di uscire, di andare, di provare e riprovare, voglia di parlare con qualcuno foss’anche un rappresentante di aspirapolveri !
Ma no, no, non era neanche questo !
– E’ che… a volte si hanno desideri così inconsci, profondi, intimi – diceva – che alla fine non si riesce nemmeno a capire cosa siano !
Voglia di conoscere le proprie voglie, allora ! Voglia di sapere che cosa sei, cos’hai veramente dentro, dentro nel tuo interno !
Forse.
Fermò un tizio, lì, per la strada, e gli chiese una sigaretta; entrò in un bar e ordinò una birra; in un ristorante mangiò purè e riso bollito. Fermò una donna, una bella donna, le chiese, così, semplicemente, con lo sguardo tenero e furbino del bimbo che prega suo padre (mi porti alle giostre ?). Le chiese…
Maleducatoporcopervertitochiamoivigili ! Fu la risposta.
Pazienza. Tanto non ne aveva voglia, non aveva voglia di nulla che sapesse.

Osservò da un cavalcavia toccata e fuga  di un treno, poi…
Si accorse di avere una scarpa slacciata.
Maledisse la sua solitudine.

©Thomas Pistoia

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